RICCARDO CAPOGNA

Attaccante
Nato a Roma il 30 marzo 1988
Esordio in A: -

2002-03 LAZIO A 0 0 0 0
2003-04 LAZIO A 0 0 0 0
2004-05 LAZIO A 0 0 0 0
2005-06 LAZIO A 0 0 0 0
2006-07 LAZIO A

(legenda)

Chiamatelo pure uomo derby. O mister gol se preferite. E’ il personaggio biancoceleste del momento Riccardo Capogna, uno di quei giocatori che quando incrocia i colori giallorossi non è contento finché non vede rotolare in rete il pallone. Con quello di domenica scorsa, sono 5 i gol messi a segno nei nove derby disputati dall’attaccante laziale, un record nel settore giovanile. Come il toro con il colore rosso, quando si trova di fronte la Roma è preso da un’irrefrenabile smania di gonfiare la rete. Capogna, alla Lazio da sempre e nelle cui vene scorre sangue biancoceleste, ha iniziato a segnare nei derby dagli Esordienti e da allora non si è più fermato, fino a sabato scorso. Tra le sue perle, la rete che due anni fa regalò agli allora Giovanissimi Nazionali di Enrico Fabbro la vittoria nel derby d’andata ed il colpo di testa nella finale del Torneo di Abano Terme (poi vinta dalla Roma ai calci di rigore), che fu premiato come più bel gol del torneo. Domenica non ha fatto altro che rinverdire questa tradizione: era il 34’ del primo tempo e la Roma conduceva a Formello per 1-0 nel derby degli Allievi Nazionali. Un affronto, deve aver pensato Capogna che con un riflesso da centravanti di razza ha anticipato il suo marcatore e con una rasoiata di destro ha fulminato Maiorani.

Rapidità, potenza e precisione, ma non solo. Perché negli ultimi tempi Riccardo è molto migliorato anche nella fase di non possesso palla. Partecipa di più alla manovra della squadra, lotta, combatte, torna indietro a conquistarsi palloni giocabili ed a creare varchi per i compagni di reparto e per i centrocampisti. Una maturazione che lo ha posto all’attenzione degli addetti ai lavori. Si è accorto di lui Francesco Rocca, selezionatore dell’Under 17 che lo ha inserito in pianta stabile, insieme ai compagni di squadra Santarelli, Greco e De Silvestri, nel gruppo che dal 3 al 14 maggio (si giocherà in Italia) proverà a conquistare il titolo Europeo di categoria. E si è accorto di lui, anche se lo conosceva già per averlo allenato lo scorso anno negli Allievi d’Elite biancocelesti, il tecnico della Primavera Mattioli. Quando si è trovato a fronteggiare la contemporanea assenza di De Sousa, Delgado e Cappai, unici attaccanti di ruolo nella rosa della Primavera, Mattioli non ci ha pensato due volte e non solo lo ha convocato, ma gli ha anche affidato le chiavi dell’attacco laziale. Lui lo ha ripagato nel modo che gli riesce meglio, e cioè timbrando il cartellino con straordinaria regolarità: due presenze, contro il Grosseto in campionato e contro il Cesena in Coppa Italia, e gol all’esordio.

Capogna in un campo di calcio non ha mai indossato una maglia diversa da quella della Lazio. Laziale fino al midollo, a 7 anni aveva già le idee chiare su quale dovesse essere la sua squadra. Da quel momento in poi fa tutta la trafila nel settore giovanile: dalla scuola calcio del Maestrelli, dove ha cominciato con Massa e Ripani, fino a Formello la strada è stata lunga. Pulcini, Esordienti, dove ha iniziato a dare i primi dispiaceri ai cugini romanisti, fino alle categorie agonistiche. I Giovanissimi Regionali sotto la guida di Fabiani e poi i Nazionali con Enrico Fabbro. Un campionato vinto, 11 gol realizzati, tra cui quello che regalò il derby di andata alla Lazio (che vinse anche nel ritorno in quello che rimane l’ultimo successo biancoceleste in campionato in un derby). Lo scorso anno il primo incontro con Mattioli, con il quale disputa gli Allievi d’Elite. Capogna si mette in luce, tanto da meritarsi alcune convocazioni con i Nazionali di Rambaudi, collezionando addirittura due presenze con la Primavera di Mimmo Caso. E’ grande l’emozione il giorno del debutto a Palermo, emozione provata di nuovo contro il Benevento. A fine stagione saranno 8, tra Elite e Nazionali, i suoi gol. Il resto è storia recente. L’incontro con Sesena che lo responsabilizza, facendolo giocare anche quando non è in perfette condizioni fisiche. Quattro gol, derby compreso, nelle prime otto giornate. Due presenze ed un gol in Primavera. La Nazionale conquistata che dovrà riuscire a mantenere, ed una strada molto lunga davanti a lui. Tutta da percorrere.

(Gianluca Piacentini | Il Corriere dello Sport-Stadio | 16 ottobre 2004)